Dalle parole di Arnaldo Canepa:
"Cari catechisti . . .
. . .ci rimane da considerare la paga e cioè il compenso che viene corrisposto al catechista per il suo lavoro. Abbiamo già detto e ripetuto che il catechista non riceve nessun compenso materiale e neppure si può dire che il compenso del catechista sia il Paradiso; perché per andare in Paradiso non c'è bisogno di essere catechisti, ma basta essere buoni cristiani.
Ed allora il catechista dovrà lavorare senza ricevere nessun compenso?
La speciale ricompensa del catechista ce l'ha fatta conoscere Gesù stesso nella risposta che dette ai suoi apostoli. Un giorno Simone chiese apertamente: «Maestro, gli disse, noi, per seguire te, abbiamo lasciato il nostro paese, la nostra casa, la nostra famiglia, i nostri interessi e tutto quello che avevamo ; e tu che cosa ci darai in compenso?». Era una domanda indelicata che metteva in luce il loro fondo interessato e Gesù avrebbe potuto offendersi e rispondere sdegnosamente. Rispose invece con tutta benevolenza: «Vi dico in verità, gli rispose, che nel giorno del Giudizio, il Figlio dell'Uomo siederà sul suo trono di gloria, e voi che lo avete seguito siederete al suo fianco su dodici troni». «E chiunque, aggiunse ancora, avrà rinunciato a qualche cosa o fatto qualche sacrificio per amore mio, riceverà cento volte tanto anche in questa vita». Le promesse di Gesù valgono anche per noi: il che vuol dire che per ogni minuto che avremo fatto per l'adempimento del nostro apostolato, noi riceveremo cento volte tanto in questa vita, e poi nell'altra vita, siederemo su un trono e saremo tenuti come re. Non dunque le monete false ed illusorie che dà il mondo ai suoi seguaci, ma una paga di un pregio infinito ed in tutto degna della grandezza e della bontà di Dio. E si può perciò concludere che divenire catechisti è sotto tutti gli aspetti cosa bella, degna ed oltremodo conveniente."
Questo per introdurre il nostro servizio specificato nelle due sessioni apposite: Oratorio e Catechismo! |